Il revisionismo è una linea di pensiero che viene rappresentata da coloro che sostengono la necessità di correggere opinioni e tesi correnti o dominanti.
Nel settore accademico della storiografia, il revisionismo è il riesame critico di fatti storici sulla base di nuove evidenze o di una diversa interpretazione delle informazioni (in campo ideologico, politico o storico).
In che modo avviene? La parola “revisionismo” viene dal vocabolo latino “revidere” – riesaminare e quindi avviene tramite la citazione di documenti e studi che affermano il contrario di quanto comunemente noto.
L’uso negativo del termine revisionismo si riferisce invece alla manipolazione della storia per scopi politici, come quello riguardante la Shoah.
In quest’ultimo caso, il revisionismo rappresenta il tentativo di sminuire la portata delle persecuzioni razziali messe in atto dal nazismo e dal fascismo, in particolar modo lo sterminio degli ebrei durante la seconda guerra mondiale.
I revisionisti dicono che il numero complessivo di ebrei uccisi non è di 6.000.000, ma la metà e contestano il sistema di conteggio usato per calcolare le vittime.
Sostengono che le vittime uccise con il gas siano meno di quanto ritenuto e che in realtà la maggior parte degli ebrei sia morta di malattie.
Secondo le loro ipotesi, il gas non sarebbe stato rilevato in quantità plausibili per giustificare un simile sterminio, e grandi dubbi vi sarebbero anche circa l’effettivo funzionamento delle camere a gas.
In conclusione, il revisionismo è caratterizzato da indagini fatte a posteriori, alternative e spesso contrarie a quanto detto ufficialmente, ma bisogna ammettere che talvolta esso ha permesso di accertare in maniera più puntuale i fatti, per esempio in occasione del riconteggio del numero delle vittime di Auschwitz, inizialmente stimato intorno ai 4 milioni, oggi verosilmente ritenuto prossimo al milione e mezzo.
Ma il revisionismo non va confuso con il negazionismo, ossia con la totale negazione dei crimini commessi dal nazismo.
Il negazionismo è infatti una versione pseudostorica e pseudoscientifica del revisionismo, consistente in un atteggiamento di negazione assoluta nei confronti dei fenomeni storici accertati. Si nega l’evidenza stessa del fatto storico, e si basa sui seguenti assunti:
- La Shoah non è mai esistita;
- Il regime nazista non ha mai avuto l’intenzione di attivare una politica di sterminio contro gli ebrei, ma solo – al limite – di deportarli in campi di concentramento;
- Il numero degli ebrei morti durante la Seconda guerra mondiale sarebbe di gran lunga inferiore a quello accertato dagli storici;
- La narrazione della Shoah, delle camere a gas, l’uso dello Zyklon B e dei forni crematori sono degli artifici pensati dalla propaganda postbellica per giustificare la costituzione dello Stato di Israele nel dopoguerra.