Come erano organizzati i campi?

Auschwitz era forse il più grande dei campi nazisti, solo in Auschwitz2Birkenau erano stipati circa 150.000 prigionieri, una vera e propria cittadina che non poteva non reggersi su un’impalcatura organizzativa che doveva necessariamente prevedere una gerarchia, anche tra gli stessi prigionieri.

Essi appartenevano a delle squadre di lavoro, denominate Arbeitskommando che erano guidate dai cosiddetti Kapo; le squadre più numerose avevano anche più livelli di comando.

I Kapo, erano soprannominati Binderträger, ”coloro che portano la fascia”, visto che essi e la loro carica venivano identificati dalla fascia portata sul braccio sinistro.
Avevano il compito di assicurarsi che il loro blocco fosse in ordine, erano esonerati dall’obbligo di lavorare, e col tempo acquisirono una posizione di totale potere nei confronti dei loro sottoposti.

La loro posizione di “comando coatto” li portava a reprimere le proprie emozioni, la pietà e l’amore per i compagni non erano permessi dai nazisti, essi dovevano imparare ad essere freddi e senza emozioni, a usare la violenza sui propri compagni di reclusione, talvolta perfino a ucciderli, se volevano salvarsi la vita e mantenere i propri privilegi.

Sì, perchè per “quelli che portano la fascia” erano previsti privilegi che un semplice internato non avrebbe neppure osato sognare. Essi godevano di vitto, alloggio e vestiario in misura preferenziale. Per far diventare i kapo un docile strumento nella mani delle SS bastava minacciarli di perdere la fascia e con essa tutti i suoi privilegi.
In questo modo veniva creata una spietata gerarchia fra gli stessi prigionieri che di fatto agiva come longa manus della direzione del Lager, spargendo ulteriore terrore in tutto il campo, anche perchè le divisioni e le ostilità tra i prigionieri rendevano più semplice il controllo dei campi e delle grandi comunità che in essi venivano recluse.

Non tutti i prigionieri erano però in grado di assumersi questo controverso ruolo di comando, come venivano identificati e scelti i kapo? Sin dall’inizio vennero trasportati nei campi di concentramento anche cittadini tedeschi considerati “delinquenti comuni e di professione”, identificati dal triangolo verde sulla giacca. Fu proprio tra di loro che venivano preferibilmente scelti quelli sufficientemente brutali per assumere senza difficoltà le funzioni di comando, ed i privilegi, delegati ai kapo.

Ma le “funzioni speciali” assegnate ai prigionieri erano anche altre: infatti nelle camere a gas, ad attendere i prigionieri, vi erano quelli che Primo Levi definì i “corvi neri del crematorio”: i sonderkommandos, cioè unità speciali di ebrei istituite per collaborare con le SS, anche in questo caso in cambio di un trattamento di favore. Il loro compito era quello di condurre le vittime nei forni e di recuperare vestiti e denti d’oro.

Ed ancora, alcuni tra i prigionieri venivano scelti – in base alle loro capacità e professione – per assumere ruoli specifici di manovalanza: così Jozef Paczynski diventò il barbiere personale di Rudolph Höss, o Lale Sokulov fu “nominato” tatuatore ufficiale di Auschwitz.

Ma alla fine, per quanto si potesse essere competenti, forti, studiosi, ricchi, nei campi i prigionieri non valevano più niente, e fatalmente diventavano burattini pronti a scannarsi con gli altri per scalare qualche gradino della piramide gerarchica imposta dai nazisti.

FONTI:

La Memoria rende Liberi - ISIS Europa