Perché, perché, perché!
(Liliana Segre)
Forse, quanto è avvenuto non si può comprendere, anzi, non si deve comprendere, perché comprendere è quasi giustificare.
(Primo Levi)
Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario, perché ciò che è accaduto può ritornare, le coscienze possono nuovamente essere sedotte ed oscurate: anche le nostre.
(Primo Levi)
Devo dire che l’esperienza di Auschwitz è stata tale per me da spazzare qualsiasi resto di educazione religiosa che pure ho avuto. C’è Auschwitz, quindi non può esserci Dio. Non trovo una soluzione al dilemma. La cerco, ma non la trovo.
(Primo Levi)
L’affermazione più profonda che sia mai stata pronunciata a proposito di Auschwitz non fu affatto un’affermazione, ma una risposta. La domanda: Ditemi, dov’era Dio, ad Auschwitz?
La risposta: E l’uomo, dov’era?
(William Clark Styron)
«Se Dio esiste, e tu ne sei così certo – lo eri perfino allora –, come ha potuto permettere l’Olocausto? Dov’era Dio, in quel momento?» «È una domanda che mi sono posto per tutta la vita», rispose subito Ben. «Ed è la stessa che probabilmente si pongono tutte le persone colpite da tragedie incomprensibili. La mia risposta… è che Dio c’era, e stava piangendo».”
(Ronald H. Balson)
Un giorno, un amico sopravvissuto mi disse che ogni notte gli si affollavano davanti agli occhi immagini di morte. Facciamo fatica a comprendere la morte anche di una sola persona, come è possibile comprenderne migliaia? La memoria diventa la tua nemica, diceva. Sarebbe meglio che la memoria, per i sopravvissuti, non trattenesse nulla. Io tacevo. Lui anche. Restammo in silenzio a lungo. Poi aggiunse: ma se tutte quelle immagini non si mostrassero, cosa sarei? meno di un insetto. I morti mi chiedono di essere ricordati. La mia insonnia è una garanzia di umanità.
(Aharon Appelfeld)